CENSIMENTO DELLE IMPRESE ADERENTI ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE COOPERATIVE SERVIZI E TURISMO CHE GESTISCONO SERVIZI E LUOGHI DI INTERESSE TURISTICO CULTURALE

 

Premessa e avvertenze

Il censimento delle imprese che aderiscono all’ANCST e che gestiscono - in maniera permanente od occasionale - luoghi e servizi di interesse turistico culturale ha preso l’avvio a marzo 2002 con la definizione da parte dell’Associazione Nazionale Cooperative Servizi e Turismo e dell’Agenzia di Iniziative Culturali dell’Emilia-Romagna S.p.A. del questionario da utilizzare.

A fine aprile 2002 si è effettuata una prima somministrazione del questionario a 67 imprese, a inizio giugno una seconda a 16 imprese, entrambe in base all’indirizzario fornito dall’ANCST e tramite spedizione postale.

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Sono stati tenuti numerosi contatti con le imprese per fornire loro chiarimenti e per verificare la completezza delle risposte fornite. In alcuni casi si è provveduto ad inviare nuovamente il questonario.

Da tali contatti e da quelli costantemente intrattenuti con l’ANCST è emerso che sulle 83 coinvolte, sono 5 le cooperative in liquidazione, 5 quelle che si occupano di materie non strettamente attinenti alla ricerca (di esse 4 sono attive nel campo squisitamente informatico ed 1 gestisce un centro estivo per bambini) ed una - pur continuando adoperare in ambito culturale - si è trasformata in Fondazione.

I questionari raccolti ammontano complessivamente a 34, riferiti a 40 imprese che li hanno materialmente compilati. La differenza nel numero deriva semplicemente dall’articolazone interna delle imprese, alcune delle quali sono collegate o costituite in consorzio. Tenendo conto che una coop aderente ad un consorzio di 6 imprese ha compilato il questionario, al pari del consorzio, sono stati considerati nell’esame i soli complessivi riferiti a tutte sei le cooperative. Conseguentemente nello sviluppo dell’analisi ci si è rifeririti a 33 soggetti.

I dati elaborati si riferiscono quindi al 55,56 % delle cooperative coinvolte e che effettivamente agiscono in ambito turistico e culturale (40 su 72), mentre le risposte ottenute (51 su 83) assommano al 61,45 %.

Soprattutto in considerazione della loro dimensione e della loro rappresentatività, le 40 aziende considerate costituiscono in ogni caso un campione indicativo ed attendibile, con la parziale eccezione della distribuzione geografica. Infatti le imprese emiliane presentano dati all’incirca doppi rispetto a quelle romagnole: quelle che hanno risposto sono 11 su 31 (35,48 %), delle quali 3 hanno comunicato di essere in liquidazione e 1 di agire esclusivamente in ambito informatico (25,93 % di imprese romagnole considerabili).

ANALISI DEI DATI

I 33 soggetti presi in esame (riferiti, come si è rammentato, a 40 cooperative) sono mediamente attivi in due ambiti di attività; soltanto 13 agiscono prevalentemente in un solo ambito, mentre sono 11 quelli che ne hanno due, 5 quelli con tre ambiti e 4 quelli con quattro.

I soggetti con ambiti esclusivi di attività presentano caratteristiche piuttosto diverse; fra loro alcuni sono molto strutturati e utilizzano mediamente più personale, stabile o temporaneo che sia (è il caso di quelli che si occupano di teatro o di biblioteche). Fra essi è frequente la gestione di strumenti informativi, attività e modalità di azione che compare comunque in parecchi casi anche fra i soggetti che agiscono in più ambiti, spesso a mo’ di supporto delle altre attività.

Le attività e i luoghi sono molto differenziati.

Per quanto concerne i soggetti che si muovono in più ambiti, le combinazioni più frequenti sono quelle riferite a musei, biblioteche, archivi e, in misura inferiore, spettacolo.

In termini assoluti è il museo ha totalizzare il più alto numero di segnalazioni: dei parecchi che in qualche modo hanno rapporti con musei, 12 soggetti vi agiscono continuativamente e circa 5 temporaneamente. La relativa indeterminatezza del dato deriva dal fatto che più soggetti indicano di occuparsi di attività espositive, ma spesso omettono di informare sul luogo nel quale si svolgono; è da ritenersi che per alcune siano coinvolte istituzioni museali. Seguono le biblioteche, con 13 segnalazioni, 11 delle quali riferite a rapporti continuativi, una a restauri e una a presentazione di libri.

E veniamo ora all’analisi dei singoli luoghi ed ambiti.

Museo

Le 12 imprese singole o associate che agiscono stabilmente nei musei, sovente sono impegnate anche in altri ambiti, specialmente in quello bibliotecario (5) o nello spettacolo (5). Tutte, nei musei, assolvono a più compiti, da due a otto con una media di circa quattro: 6 di esse si occupano della gestione, 5 prestano collaborazioni tecnico scientifiche, 11 effettuano visite guidate, 10 assicurano la guardiania, 7 gestiscono lo shop, 4 curano le biglietterie e 3 organizzano eventi.

Soltanto un soggetto segnala di occuparsi di servizi ristorativi in ambito museale.

Nei musei agiscono inoltre, con le peculiarità dette, altri 5 soggetti.

 

Biblioteca

Anche per le biblioteche gli 11 soggetti che vi agiscono continuativamente (5 dei quali, come si è detto, sono attivi anche nei musei e 3 negli archivi) hanno spesso più di un campo di attività: ben 8 sono le gestioni di biblioteche e 1 di sale di studio universitarie; 5 i casi di collaborazioni tecnico-scientifiche, prevalentemente di alto livello, con presidio di attività strategiche e impiego di professionisti specializzati, mentre 1 solo soggetto si occupa di guardiania e distribuzione. Curiosamente solo in un caso viene segnalata l’organizzazione di mostre.

Nelle biblioteche agiscono temporaneamente anche altri 2 soggetti.

 

Sito archeologico

Nei siti archeologici agisce con continuità un solo soggetto, che risulta essere attivo anche in musei, castelli e sale mostra temporanee. Presta collaborazioni tecnico-scientifiche (effettua scavi e organizza e allestisce percorsi) e cura visite guidate.

 

Archivio storico

I soggetti che agiscono con continuazione negli archivi sono 3, contemporaneamente attivi anche nelle biblioteche, e 3 anche quelli che vi prestano attività occasionali.

Composte prevalentemente di professionisti, curano la gestione completa (2 casi) o prestano collaborazioni tecnico scientifiche (1 caso).

 

Teatro e Cinema

Alla luce delle risposte ottenute si è deciso di analizzare insieme i dati riguardanti i luoghi "teatro" e "cinema" in relazione alle unità di analisi riferite alle attività nell’ambito dello spettacolo. Ciò consente di sviluppare alcune considerazioni generali (V. Conclusioni) utili per le prospettive del segmento.

I soggetti che agiscono con continuità nei teatri e nei cinematografi sono complessivamente 7 (5 teatro, 1 cinema e 1 entrambi) Di essi 6 sono attivi anche in musei, 2 in biblioteche, 1 in sale di studio d’Ateneo e 3 in altri luoghi.

Per il teatro, fra i 6 soggetti rilevati 4 hanno attività di gestione e organizzazione di eventi (e uno di esso anche una compagnia di produzione di teatro per ragazzi fra le più apprezzate in Italia e all’estero), mentre 2 vi organizzano animazioni e visite guidate o concerti, conferenze e mostre.

Per il cinema, fra i due soggetti rilevati, 1 è attivo anche nel settore video e 1 organizza corsi.

I soggetti attivi nello spettacolo, spesso temporaneamente, ma che non hanno segnalato di avere attività in teatri, sono ben 8. Tre di essi si muovono in 3 o più settori, 2 nel cinema (1 dei quali anche nella produzione di video), 1 nel teatro, uno nella musica, uno non fornisce indicazioni.

 

 

Castello, edificio storico

Quattro sono i soggetti che sviluppano attività continuative in castelli, mentre uno vi organizza concerti e letture sceniche. Uno solo il soggetto che segnala l’edificio storico come luogo della propria attività, con attività di restauro in cantieri temporanei.

Dall’analisi dei questionari risulta evidente che 4 dei 6 soggetti complessivi lavorano spesso "chiavi in mano", occupandosi di tutte o di molte attività; inoltre in questo ambito si verifica la più alta percentuale di gestione di servizi ristorativi.

Fra essi uno agisce anche nei musei, uno nei musei e negli scavi archeologici, uno nei musei, in teatro e in altri ambiti e uno in biblioteca.

 

Agriturismo

In senso proprio 2 sono i soggetti che segnalano di svolgervi attività, uno dei quali per altro occupandosi esclusivamente di visite guidate. Inoltre, per 9 mesi l’anno, il soggetto gestore di agriturismo organizza e ospita iniziative musicali e teatrali e, durante tutto il corso dell’anno, gestisce strumenti informativi (riviste e info-point in un parco) e si occupa di didattica agro-alimentare con visite guidate nello stesso parco.

Vi sono inoltre due soggetti per i quali, per motivi di omogeneità, si rende conto in questa parte anziché nella successiva, dedicata alle attività "altre". Si tratta di un soggetto che gestisce un rifugio alpino e una casa-vacanze e di un altro che gestisce un’osteria.

Il primo organizza anche mostre ed animazioni sul tema ambientale, il secondo (oltre a gestire strumenti informativi) cura spettacoli musicali, cinematografici e teatrali e organizza e progetta mostre.

 

Altro

Hanno segnalato di operare in luogo diverso dal museo, dalla biblioteca, dall’archivio etc. 16 soggetti. Fra essi 7 non segnalano altri luoghi, mentre - per i 9 rimanenti - 7 sono le menzioni anche per i musei, 3 per le biblioteche, 3 per i teatri e 1 rispettivamente per archivio, sito archeologico e castello.

Sotto la dizione "altro" non sono ricompresi i due soggetti di cui si è detto subito sopra, presi in esame in "Agriturismo" .

Fra coloro i quali indicano di agire in luoghi "altri", 6 (uno di essi segnala di occuparsi anche di servizi alla persona nel settore ludico-educativo) sono attivi nel campo dell’editoria, dell’informazione, della comunicazione, della pubblicità, della realizzazione di siti web e così via e uno è attivo in un parco regionale con l’organizzazione di spettacoli ed esposizioni.

Questo ultimo soggetto è stato considerato anche nella parte di analisi dedicata ai castelli in quanto, pur avendo segnalato di agire solo in luoghi altri, riporta poi anche attività di organizzazione di concerti e letture sceniche in castelli/edifici storici.

Fra gli 9 soggetti con più luoghi di attività, 2 utilizzano sale per allestimento di mostre temporanee o conferenze, uno è attivo in uffici turistici, uno agisce in un parco regionale (educazione ambientale e allestimento mostre), uno gestisce due ostelli e un info-point, uno effettua catalogazione documentaria e uno restauri (ovviamente nei luoghi ove si trovano i documenti e gli oggetti da restaurare), uno agisce in un centro giovanile organizzando spettacoli ed esposizioni e l’ultimo infine opera in strutture assimilabili a quelle museali o bibliotecarie (casa della musica, videoteca)

 

Ambito espositivo

Sono ben 15 i soggetti che segnalano attività in campo espositivo, tutti attivi in altri ambiti.

Nella costruzione del questionario per le attività in ambito espositivo si è proceduto in maniera opposta rispetto alle altre e, non essendo individuabili a priori luoghi specifici, si è preferito affidarsi agli incroci piuttosto che a quesiti diretti.

Dunque, quanto ai luoghi ove vengono svolte le iniziative, 6 sono le segnalazioni per i musei, 3 per i castelli ed edifici storici, 1 per le biblioteche e ben 7 per luoghi diversi.

 

Analizziamo ora i dati riferiti al personale e ai progetti di sviluppo ed espansione.

Personale

I 33 soggetti presi in esame, per un totale di 40 imprese, segnalano di occupare 371 unità di personale stabili e 444 unità temporanee. A riguardo di queste ultime è da notare che un soggetto segnala genericamente "diverse collaborazioni".

In media i soggetti intrattengono quindi poco più di 11 rapporti stabili e poco più di 13 rapporti temporanei, ma risultano piuttosto differenziate per quanto riguarda le dimensioni numeriche. Infatti nella fascia tra zero e 2 occupati stabili abbiamo 12 soggetti; nella fascia tra 3 e 5 occupati stabili registriamo 8 soggetti; 4 sono i soggetti compresi nell’intervallo tra 6 e 10 e 5 quelli nella fascia tra 10 e 17 ; infine un soggetto ha 30 occupati stabili, 2 ne segnalano 50 (uno dei quali è un consorzio che raggruppa 6 cooperative) e uno 80 (con 2 imprese).

Per quanto riguarda gli occupati stabili abbiamo quindi ben 24 soggetti che ne impiegano fino a 10 e solo 9 di più. Si registra inoltre un dato eclatante: 210 sono gli occupati stabili presso soli 4 soggetti, quasi 3 su 5. In altri termini poco meno del 60% di essi lavorano per il 12 % dei soggetti.

Per quanto riguarda gli occupati temporanei, dei 32 soggetti che forniscono indicazioni 9 si collocano nella fascia da zero a 2, 10 nell’intervallo tra 3 e 5, 5 nel range tra 6 e 10, 3 in quello tra 10 e 16; un soggetto segnala 28 occupati temporanei e uno 30; infine un soggetto ne ha 70, uno 84 e uno 108.

Anche per quanto riguarda gli occupati temporanei rileviamo quindi ben 24 soggetti che impiegano fino a 10 unità e solo 8 un numero maggiore. 5 soggetti da soli impiegano 320 lavoratori temporanei, addirittura quasi 3 ogni 4 segnalati. Il 16% scarso dei soggetti impiega quindi il 72 % dei lavoratori temporanei.

Rispetto ai dati riguardanti l’occupazione è da ritenersi che non vi sia una correlazione stretta tra strutturazione delle imprese e ammontare di impiegati stabili. Dall’incrocio dei dati concernenti i lavoratori stabili e quelli temporanei emerge ad esempio che l’impresa che segnala il numero più alto di occupati temporanei non ne segnala nessuno stabile, quella con il secondo maggior valore ha 17 impiegati stabili ed una cooperativa che ne indica 30 ha 50 lavoratori stabili.

 

Progetti di sviluppo e di espansione.

Cinque soggetti fra i 33 considerati segnalano di avere in cantiere progetti di sviluppo, un soggetto segnala progetti di espansione e 8 entrambi. In linea generale le imprese che segnalano solamente progetti di sviluppo sono di dimensione inferiore a quelle che segnalano progetti di espansione o che li segnalano entrambi. Quasi tutti i quattordici soggetti si collocano comunque nelle fasce alte quanto ad attività e a consistenza di occupati ed alcune evidenziano l’intenzione di effettuare investimenti relativamente consistenti.

CONCLUSIONI

I soggetti esaminati agiscono in media in due ambiti di attività; il 39,4 % è attivo in un solo ambito, ma non si è rintracciata una correlazione automatica fra dimensioni e strutturazione delle imprese e numero di ambiti di attività.

Le attività e i luoghi sono molto differenziati; fra quelli più classici i musei e le biblioteche sono i luoghi maggiormente segnalati, ma il numero più alto in assoluto riguarda i luoghi "altri".

Dalla lettura del dato alla luce di quella dei dati complessivi si trae l’impressione che la pluralità di luoghi ed ambiti di azione non stia ad indicare di per se stessa maggiore strutturazione delle imprese: paiono esistere sia imprese che posseggono la strutturazione e le capacità non solo di presidiare luoghi cardine della produzione e della fruizione, ma anche di proporre e realizzare iniziative al di fuori dei luoghi canonici, sia imprese fortemente strutturate ma, per così dire, più specializzate e sia imprese che non sembrano particolarmente strutturate, a prescindere dal numero e dalla natura di luoghi e di attività segnalato.

Interessante a tal proposito è l’estrema varietà dei luoghi di attività, nonché la diversificazione del mercato degli spettacoli e delle attività espositive. Mostre e spettacoli si svolgono più frequentemente al di fuori dei teatri e dei musei, e teatri e musei ospitano spesso attività diverse da spettacoli e mostre.

Per le attività espositive all’atto della formulazione del questionario si è stabilito di attribuire a questa attività un ambito specifico, non solo per raccogliere dati su di esso, ma anche perché si e ritenuto di poter procedere in questo modo alla verifica di un’ipotesi; in ragione delle caratteristiche proprie e a partire dalle conoscenze possedute, si è infatti ipotizzato che le iniziative in ambito espositivo non costituiscano attività principale per i soggetti L’impressione che si trae dall’esame dei dati è che l’ipotesi di partenza risulti confermata: quella espositiva appare essere - in base ai dati raccolti - un’attività che solo raramente viene esercitata dalle imprese in via continuativa ed in maniera strutturata, alla quale sembra venir attribuito una sorta di ruolo di contorno, secondario ed eccentrico rispetto ad altre attività ritenute centrali.

L’esame dei dati riguardanti il personale propone un panorama di grande polverizzazione: la più parte delle imprese sono piccole o piccolissime.

Sembrano emergere sostanzialmente due tipologie di imprese: una, di più altro profilo, attiva frequentemente in più settori oppure con caratteristiche di accentuata specializzazione, con più personale, non importa se stabile o temporaneo, spesso con profondi rapporti di collaborazione con altre cooperative; una generalmente di dimensioni molto inferiori, che induce a volte l’impressione essere isolata, di far fatica a rimanere sul mercato o di muoversi in un mercato marginale.

Si ritiene che sia riscontrabile una buona correlazione fra numero assoluto di addetti e strutturazione dell’impresa, indipendentemente dalle caratteristiche di stabilità o temporaneità degli addetti. Detto altrimenti, in maniera più grossolana e forse meccanica, ma anche di più immediate evidenza e comprensione: le imprese utilizzano i lavoratori con modalità riconducibili alle più generali logiche dell’odierno mercato del lavoro, in base ad autonome valutazioni d’impresa, ma quelle più sviluppate hanno di solito anche più collaboratori, stabili o temporanei che siano.

L’ipotesi dell’esistenza di due tipologie di imprese è sostanzialmente confermata anche dalle segnalazioni riguardanti i progetti di sviluppo e quelli di espansione.

In conclusione, se si tiene conto delle caratteristiche d’origine di molte delle cooperative attive nei settori culturale e turistico, si può osservare come sia avvenuta una sorta di apertura della forbice. I risultati del questionario indicano che oggi molte di esse sono diventate poco più che ditte individuali e che poche sono imprese "vere". I dati consegnano inoltre un quadro che suggerisce anche che quelle che sono diventate imprese hanno ottenuto tale risultato precisamente in quanto cooperative, per aver saputo aderire ai principi della cooperazione e per averli via via applicati in rapporto ai mutamenti della società e del mondo del lavoro.

 

 

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